FAQ

D) Come ha messo a punto questa metodica che è considerata l’unica terapia razionale della malattia varicosa?
R) Certamente con il buon senso. Una qualità preziosa. In campo flebologico gli errori si tramandano da generazione in generazione e da libro a libro.
La metodologia mi è stata insegnata da mio padre che ha diretto l’Istituto di Anatomia Umana Normale e ha fondato l’Istituto di Istologia. Come prima cosa si deve prendere in considerazione l’ Anatomia. Poi la fisiologia, e la fisiopatologia e infine si progetta la terapia. Ai mie colleghi è necessario porre questa domanda chiarificatrice: il circolo venoso è bidimensionale o tridimensionale? Chiaramente è tridimensionale e questo toglie di mezzo tutte le terapie bidimensionali. Le flebectomie, le bruciature laser, la scleroterapia, e gli incollaggi con la loctite sono irrazionali e dannosi. Non si devono eliminare le “porte” che servono alla cura del circolo non visibile. Non si possono eliminare le valvole di sfogo dell’ipertensione emodinamica senza aver prima eliminato l’incontinenza delle vene perforanti causa anatomica della malattia varicosa.
L’indebolimento delle pareti venose crea una incontinenza valvolare nelle vene perforanti e quindi un reflusso che dilata i vasi. I vasi dilatati sono quindi sottoposti alla spinta idrostatica (questa ultima causa delle ulcere declivi). Se il sangue in un vaso dilatato scorre meno velocemente, per le leggi di conservazione dell’energia, aumenta la pressione laterale che dilata tutti i vasi ad esso collegati. La soluzione rigenerativa entra nel circolo attraverso le “porte” vene, venule e teleangectasie, e va dove deve andare nei vasi più dilatati e dilatabili che restringe e rafforza diminuendo la capacitanza del circolo ed eliminando in pochi trattamenti la sensazione di gambe pesanti.
Si vedono numerosi aghi 30 G nel filmato
Quando si iniettano le teleangectasie e le venule è necessario è necessario cambiare l’ago frequentemente perché, se la punta dell’ago non è affilata sposta i piccoli vasi e rende difficoltosa l’iniezione endoluminale.

D) Perché si aggiunge l’EDTA nei soggetti predisposti alle flebiti?
R) Utilizzo l’aggiunta di questa piccolissima quantità di EDTA per la sua azione chelante il ferro libero che si forma con il contatto della soluzione rigenerativa con il sangue. Questa procedura elimina l’infiammazione generalizzata del circolo. Notevole anche la sua azione antiossidante. Si fa notare come tutti i componenti della soluzione rigenerativa (Salicilato di sodio, Lidocaina Glicerolo, EDTA) sono battericidi.

D) Se con questa metodologia non scompaiono tutti i capillari cosa si può fare?
R) I capillari ectasici iniettati spariscono quando non sono più sottoposti ad una pressione anomala. Se sono ad alta pressione si utilizza la tecnica delle due siringhe.

D) Quindi le teleangectasie si formano per una ipertensione emodinamica?
R) Sì, ma anche per traumi contusivi. La meiopragia delle pareti venose può esprimersi nelle vene reticolari oppure solo nel circolo capillare e venulare. Se ci sono varici non ci sono teleangectasie. Se le vene reticolari non si dilatano, ci sono solo teleangectasie. I pazienti con solo teleangectasie richiedono un maggior numero molto maggiore di sedute.

D) La quantità di soluzione rigenerativa iniettata varia da tre a dodici ml, quale criterio dobbiamo seguire?
R) Iniezioni di tre ml di soluzione rigenerativa al 3% nel piede possono essere molto efficaci. I dodici ml sono indicati soprattutto nelle vene delle gambe che c’è un circolo venoso molto complesso. Se le vene si rompono facilmente all’inizio dell’iniezione, anche piccole quantità di soluzione possono essere utili perché rinforzano la parete venosa permettendo una corretta iniezione nelle sedute successive. È sempre da tenere a mente che il risultato è dose dipendente. La soluzione per essere molto efficace deve bagnare tutto l’endotelio delle perforanti e arrivare alle vene profonde.

D) Si inizia sempre dal basso, dove esattamente?
R) Nelle regioni mediale e laterale si inizia dalle vene e dai capillari del piede. Qui non si usa mai la tecnica delle due siringhe. Si inietta solo la soluzione al 3%. Nelle aree concave del piede si può fare una compressione con la tumescenza TRAP o comprimere l’area con gommapiuma adesiva.
Nella regione posteriore non c’è il piede e si inizia iniettando la prima vena visibile.

D) Quale liquido di diluizione è preferibile?
R) Certamente il glicerolo 10% in soluzione salina, perché non si inquina. Il flacone da 500 ml può essere conservato nel frigorifero. I 2 gr di EDTA che mettiamo dentro al glicerolo contribuiscono a mantenerlo sterile. Ricordo che anche il salicilato di sodio e la lidocaina sono potenti battericidi.

D) Che funzione ha l’EDTA?
R) L’EDTA chela gli ioni di ferro che si liberano dal contatto del sangue con le soluzioni rigenerative che sono tutte ipertoniche. In questo modo si elimina l’infiammazione provocata dal trattamento. Eliminare l’infiammazione significa non avere flebiti nei soggetti predisposti famigliarmente. Una particolare attenzione va rivolta nei pazienti con connettivite mista e a quelli che si sono sottoposti al siero Covid. Questi pazienti assumono una cps di ’Angiovein al mattino, e una cardioaspirina da 100 mg a giorni alterni alla sera. L’Angiovein è un fitoterapico con 9 componenti che hanno 64 azioni. Può essere assunto in maniera continuativa perché non dà fenomeni di accumulo. Ricordo che la nostra giovinezza è quella dei nostri vasi.

D) Quando si iniettano i 72 ml di soluzione rigenerativa al 3 %?
R) Nella prima seduta si iniettano sempre 48 ml. Nelle successive se il paziente pesa più di 52-55 kg si possono iniettare 72 ml.

D) La seconda siringa è sempre necessaria nell’iniezione delle teleangectasie? Quanto si inietta con la seconda siringa?
R) I capillari ectasici meno fini si iniettano con la soluzione rigenerativa al 3%.
Se sono molto fini e l’operatore è preciso si può evitare la seconda siringa se si inietta il 6%. Se la concentrazione sale all’8% e al 10% è conveniente usare sempre la tecnica delle due siringhe.
Poiché la seconda siringa deve diluire il ponfo dell’iniezione di soluzione concentrata l’operatore deve iniettare nel punto di iniezione una quantità di diluente sufficiente a raggiungere una concentrazione nei tessuti uguale o più bassa del 3%.

D) Perché sconsiglia l’uso dei laser?
R) Perché chiude delle porte utili a rigenerare il circolo sottostante, perché una patologia tridimensionale deve essere trattata con metodiche tridimensionali, perché una energia rettilinea lede anche i tessuti che non devono essere lesi, perché può residuare cicatrici cutanee, ecc
Anche le flebectomie e la scleroterapia sono tecniche da non usarsi negli arti inferiori.

D) Quindi nella patologia venosa degli arti inferiori le tecniche tradizionali sono completamente errate?
R) Sì.

D) Nella Fleboterapia Rigenerativa tridimensionale ambulatoriale la tumescenza TRAP è usata solo per comprimere le vene dilatate iniettate, situate nelle regioni difficilmente comprimibili?
R) No, è utilizzata anche per lavare le vene, per diluire la soluzione rigenerativa se l’operatore esce durante l’esecuzione di una iniezione e per diminuire le macchie post-scleroterapiche.
D) Cosa si può fare per le macchie?
R) Certamente la TRAP che ripristina la parete venosa e corregge l’ipertensione emodinamica, poi la tumescenza TRAP che chela il ferro libero presente, infine l’Electroporo Cosmesis seguita dall’applicazione di una soluzione satura di resorcina, che viene lasciata in loco. Questo peeling misto contribuisce a ridurre la pigmentazione melanica. Se la macchia è piccola si può anche usare il peeling misto 0.5, che permeabilizza l’epidermide.
D) La TRAP in Italia è diffusa ma non come meriterebbe, perché?
R) Forse perché i pazienti guariscono…

D) Quanti anni di ricerca sono stati necessari per rivoluzionare la flebologia e mandare in pensione le tradizionali tecniche di cura delle vene, la scleroterapia, la safenectomia, le flebectomie multiple, le legature funzionali, il laser, ecc.?
R) Ci lavoriamo dal 1993, anno in cui abbiamo realizzato la soluzione che, opportunamente diluita, ci ha permesso di rigenerare la parete delle vene.

D) Come è stata accolta dai pazienti la TRAP?
R) I pazienti la vedono come l’ultima speranza di risolvere i loro problemi venosi. La TRAP pur essendo giovane, è comunque in grado di farlo.

D) Come è stata accolta dai colleghi la TRAP?
R) Con enorme interesse, soprattutto da parte dei medici più giovani e di quelli più anziani. Se si digita “Fleboterapia” su internet in questo momento, gennaio 2011, ci sono 1350 voci. Quando ho ideato il termine Fleboterapia, questo termine non era presente su internet. La TRAP si sta diffondendo molto rapidamente e gli stessi pazienti contribuiscono alla diffusione della nuova cura.

D) Questo cosa significa?
R) Significa che la tecnica è facilmente ripetibile da tutti i medici e che c’è interesse a livello della flebologia mondiale. Tutti gli anni sono invitato dalla Société Francaise de Phlébologie.

D) In questo video noto che ha aumentato le dimensioni della siringa, oggi di 12 cc, ed anche l’ago oggi di 26 G, perché questa modifica della tecnica iniettiva?
R) Con una siringa più grande sono in grado di iniettare una maggiore quantità di soluzione rigenerativa per singola iniezione. Una maggiore quantità di soluzione entra in contatto con una maggiore superficie endoteliale, rendendo più rapido e più stabile il risultato. È necessario ricordare che noi dobbiamo curare la parete dei vasi non visibili, che costituiscono la ricca rete di vasi, perforanti e comunicanti, che mettono in comunicazione il circolo superficiale con il circolo perforante.

D) Cosa pensa del laser?
R) Il laser potrebbe essere utilizzato in alcune patologie venose superficiali difficilmente iniettabili, ad esempio gli angiomi teleangectasici. Il suo utilizzo nella malattia varicosa è irrazionale. Pensare di poter trattare una patologia tridimensionale con una metodica bidimensionale dimostra una completa ignoranza della fisiopatologia del circolo venoso degli arti inferiori.

D) Cosa pensa delle flebectomie?
R) Anche senza fare riferimento ai concetti conservativi della TRAP, le flebectomie multiple non hanno più alcun motivo di essere fatte. L’unico motivo per cui venivano fatte era che non residuavano le pigmentazioni post-scleroterapiche permanenti caratteristiche delle vecchie soluzioni sclerosanti. Oggi con la soluzione di salicilato di sodio in veicolo idroglicerico, utilizzato a concentrazione sclerosante (6%, 8%, 10%) è possibile sclerosare le vene senza che insorgano pigmentazioni post-scleroterapiche permanenti. È evidente che è molto più conveniente fare una semplice iniezione piuttosto che strappare una vena. Lo strappo di una vena, dobbiamo ricordare, comporta spesso anche una lesione nervosa e linfatica che si manifesta con edema e parestesie.

D) L’iniezione della soluzione rigenerativa nelle vene perforanti, visibili con il Veinviewer, ha permesso di ottenere un risultato veramente notevole e dimostra l’importanza delle vene perforanti nell’eziopatogenesi della malattia varicosa. Mi chiedo se questo trattamento eseguito esclusivamente nelle perforanti possa essere applicato in tutti i pazienti o solo in questo caso.
R) Con il Veinviewer, le perforanti dilatate sono facilmente iniettabili. In altri pazienti si esegue una tele-iniezione ovvero s’inietta nei vasi superficiali e si spinge la soluzione in profondità.

D) Quanta soluzione s’inietta?
R) Anche 3-5 ml per singola iniezione. Non bisogna essere timorosi!

D) L’uso di una siringa di maggiori dimensioni, da 10 ml o da 30 ml mi sembra molto utile, soprattutto nei pazienti con vene reticolari grosse.
R) Sì, consente di iniettare una quantità di soluzione Bisclero sicuramente efficace e si prepara rapidamente.

D) L’iniezione nelle perforanti evidenziate con il Veinviewer è semplice, perché l’ago della siringa è introdotto perpendicolare, com’è la vena. Iniettando una perforante l’operatore si basa esclusivamente sulla pressione dello stantuffo della siringa. Al contrario l’iniezione nelle vene ectasiche del circolo superficiale con questi nuovi mezzi diagnostici di riflessione e assorbimento della luce necessita di un po’ di esercizio Con il Vein lite si vede il sangue scorrere via se l’iniezione è correttamente endovasale. Con il Veinviewer non si vede il sangue scorrere via ed è più difficile capire se l’ago è in vena o no. Cosa ne pensa?
R) Sì. Io penso che la realizzazione di nuovi strumenti diagnostici venosi ci fa comprendere che l’evoluzione della terapia flebologica va verso un accurato studio del territorio, soprattutto delle piccole vene perforanti, un tempo ritenute poco importanti, perché non visibili con l’ecocolordoppler. Il nostro attuale lavoro di ricerca è individuare i limiti e le precise indicazioni dei nuovi strumenti a nostra disposizione.

D) S’inietta una concentrazione diversa della soluzione Bisclero, rispetto a quella utilizzata per la cura dell’insufficienza venosa?
R) No la concentrazione è la stessa. Si inietta una soluzione di salicilato di sodio in veicolo idroglicerico tamponato al 3%. Si inietta in tutti i vasi visibili con la transilluminazione, una quantità di soluzione idonea a raggiungere le vene perforanti, fino a 7 ml per singola iniezione.

D) L’arto deve essere bendato?
R) Il bendaggio o la contenzione con calze elastiche è essenziale perché favorisce la rigenerazione della parete delle vene.

D) L’ulcera è guarita in tre settimane, senza modificare la medicazione, questo mette in rilievo l’importanza della correzione funzionale del circolo. Quanto è importante?
R) Molto importante. Con le medicazioni tradizionali o avanzate, l’ulcera può anche chiudersi, ma è facile che si riapra perché non è stata corretta la causa anatomica che l’ha generata. Le metodiche di trattamento tradizionali sono poco efficaci e a volte dannose proprio perché non correggono adeguatamente la causa anatomica della patologia. Ricordo che la patologia venosa è tridimensionale ed estesa a tutto il circolo perforante e superficiale.

D) Nel filmato si parla di prevenzione quanto è importante?
R) Se si fa la prevenzione non si formano ulcere e la cute non presenta i danni trofici che rendono difficile l’iniezione dei vasi ectasici.

D) Che futuro ha la TRAP?
R) Ci siamo attivati per la registrazione del farmaco con tutto il nostro impegno ma siamo stati bloccati dall’irrazionale libido legiferativa che sta portando il nostro mondo occidentale alla rovina. In Italia, per ora, è possibile a tutti i medici ordinare la soluzione e usarla liberamente. All’estero i medici che desiderano usare questa soluzione devono attivarsi a trovare un laboratorio che produca la soluzione mettendosi poi in contatto col nostro gruppo. In conclusione la cura della più frequente malattia del mondo ha avuto le attenzioni che l’Occidente si merita.

 

Korpo ringrazia il Medical Video Journal CRPUB.ORG open access per il mareriale che ci ha messo a disposizione.